Come si utilizza un detector ?

Discussioni inerenti l'esecizio, l'installazione e la gestione di sistemi digitali per il modellismo ferroviario.

Moderatore: Seba55

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Marco Fornaciari
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Re: Come si utilizza un detector ?

#16 Messaggio da Marco Fornaciari »

Edo, non stai scatenando nulla di diverso dal solito, è che ognuno ha le sue esperiesnze e conoscenze, poi c'è chi parte e poi si adegua e chi prende in consderazioni fin da subito più varaibili.
In 80 cm di binario tre sezioni di fatto non servono (e non è detto che assolvano ai loco compiti anche con la sola locomitiva a comporre il treno), e anche due cominciano ad essere troppe, il tutto dipende dal sistema di automatismo impiegato.
Già ogni software per gestione automatica dei trenini ha le sue specificità, si sono simili, ma non uguali e le differenze impongono soluzioni diverse. Poi di conseguenza bisogna settare i decoder.

In verità il SW non calcola la velocità, la impone e crede che il treno la faccia realmente.
Poi in base a tutti i parametri impostati calcola l'istante esatto in cui inviare il rallentamento e/o l'arresto al decoder della locomotiva.
Il calcolo rende i risultati attesi fin tanto che la velocità è costante, ma in caso di rallentamemnto il SW non è in grado di calcolare nulla: eventualmente manda in continuo un riferimento di velocità sempre miniore al decoder, ma sul decoder c'è poi impostato un tempo di rallentamento tra una velocità e l'altra, e il SW non lo sa.
Ma qui poi entra in gioco la fisica, nello specifico lo spazio-tempo:
- spazio percorso dal treno mente l'automatismo fa le sue elaborazioni
- tempo ritardo nell'invio dei comandi al decoder
- tempo di esecuzione del decoder
- inerzia propria del treno
- in spazi così risicati bisogna che la velocità del treno sia bassa già all'approcciarsi al binario di stazione.
Non è complicato, ma taratura del tutto richiede pazienza.
Da non dimeticare che per le leggi dell'elettrotecnica non è sempre garantito che il sensore di presenza rilevi il treno quando il primo asse entra nella tratta, senza dimenticare che la costruzione e il cablaggio della locomotiva fanno la differenza: se la corrente non è presa per entrambe le polarita da tutti gli assi, non è detto che in spazi così risicati il sistema funzioni come desiderato

Il funzionamento corretto tipico dovrebbe essere questo:
- il treno entra nel binario di stazione
- è occupato il primo tratto del binario di stazione, l'automatismo lo rileva
- l'automatismo invia al treno il comando di rallentamento
- il treno è tutto dentro il binario di stazione
- il treno occupa il secondo tratto del binario di stazione, l'automatismo lo rileva
- l'automatismo invia al treno il comando di arresto
- il treno si arresta al punto giusto.
Ma in 80 cm con treno da 50 cm bisogna impostare bene tutti i parametri e di fatto considerare tutto il binario di stazione come il secondo tratto.
Ma poi sono realmente 80 cm tra le due traverse limite, o la misura l'hai presa in un punto diverso?

Ah, tipicamente anche il binario fuori dalla stazione deve avere almeno un circuito di rilevamento del treno.
Saluti
Marco Fornaciari
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Meglio essere folli per proprio conto, che saggio con le idee degli altri.
F.W. Nietzshe

Luca-62
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Re: Come si utilizza un detector ?

#17 Messaggio da Luca-62 »

Senialas ha scritto:
venerdì 22 marzo 2024, 9:38
Con TrainController non ci sono gli stessi problemi, con un solo sensore la variabilità dell'arresto è nell'intorno del centimetro...
Aggiungo la mia testimonianza: uso iTrain e un solo sensore per tratta.
Ogni locomotiva va calibrata seguendo l'apposita procedura.
I treni in questo modo si arrestano nel punto prestabilito con un margine di 1 cm al massimo.
Avevo provato anche TrainController ottenendo un risultato del tutto analogo.
Non ho invece alcuna esperienza con Rocrail...

docdelburg
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Re: Come si utilizza un detector ?

#18 Messaggio da docdelburg »

Se ho capito le esigenze di Edo (tracciato ad ovale con due binari di stazione, convogli corti e binari di stazione corti, uso di Rocrail) provo a riassumere nella pratica i discorsi fatti.
Ogni programma informatico funziona muovendo i convogli da un blocco a un altro; ogni blocco è definito da uno o più sensori.
Viste le caratteristiche, in ogni binario di stazione (o di incrocio) bastano due tratte sezionate, alle estremità, di 12-15 cm, che Rocrail interpreterà come blocco per rallentare e poi fermare i convogli senza grandi problemi. Serve solo impostare il rallentamento delle loco con valori bassi della CV 4 (tipo 5 o 6) in modo che non saltino il tratto sezionato.
A seconda della direzione, i tratti sezionati funzioneranno per Rocrail come "ENTER" (prima sezione incontrata) con rallentamento brusco alla velocità minima e "IN" (seconda sezione incontrata) con arresto nel giro di 2-3 centimetri. Se si vuole un rallentamento progressivo della velocità si può attivare la funzione BBT di Rocrail, che calcolerà, dopo alcuni transiti, la gradualità della decelerazione dal tratto ENTER al tratto IN.
Il tratto intermedio tra le due sezioni (circa 50 cm) può essere esente da sensori; se invece si vuole rilevarne l'occupazione, può essere interessante caratterizzarlo come "SHORTIN" per fermare al centro del binario (e non all'estremità) i convogli più corti come le automotrici.
Servirà poi un sensore nel tratto a binario singolo, della lunghezza che si vuole, tanto servirà solo per definire un blocco per comporre la prima parte dell'itinerario e non comporterà soste.
Se si vuole rendere un pò più complessa la circolazione, possono essere inseriti due blocchi appena prima dei deviatoi di entrata nei binari di incrocio, così da ridurre la velocità di percorrenza dei deviatoi stessi, come al vero.
Difficile però, con tale tracciato, che i due convogli si possano scambiare i binari di arrivo e partenza; Rocrail (e gli altri programmi) instradano un convoglio dal blocco in cui si trova verso un blocco libero e l'incrocio può avvenire solo nella stazione, dove solo un convoglio per volta sarà in movimento, per tornare al binario di partenza.
I tratti sezionati lunghi in modo da contenere un intero convoglio, permettendone anche l'arresto al suo interno, sono concettualmente esatti ma adatti a grandi impianti con sequenze e precedenze; in questo caso, anche per tutta una serie di esperienze fatte, basta e avanza quanto su esposto.
A disposizione per esemplificazioni e schemi applicativi.

P.S: Questo, per dire, era il mio tracciato (pieghevole!) usato per tutte le prove di automatismo con Rocrail; le parti colorate erano soggette a sensori di assorbimento.

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Meglio testa d'acciuga che coda di balena!

Mauro Menini

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