NB: TO92 è il nome dell'involucro (la forma) del componente ... NON è la sigla del sensore.
NB2: Il sensore di Hall non è un transistor (se non nella forma appunto di alcuni) ma qualcosa di completamente diverso o, vedi sotto, molto più complesso.
Come ti diceva Fanky è un "sensore" che necessita di più o meno circuiteria all'intorno (più o meno ... perchè alcuni di questi hanno già a bordo un microcircuito, se non addirittura un microprocessore, per fornire in uscita un segnale già pulito).
Il circuito accessorio può servire anche per regolare la sensibilità del sensore.
Insieme alla circuiteria (interna o esterna) i sensori di hall si suddividono, a grandi linee, in due macrocategorie: risposta "lineare" (un segnale proporzionale all'intensità del campo magnetico rilevato) piuttosto che "logica" (vero o falso a seconda della presenza di un campo manetico che superi una certa soglia).
Inoltre, in funzione di come sono costruiti, le modalità con cui "sentono" il campo magnetico sono molteplici (dipendono dal componente scelto) e questo influisce molto sia sulla distanza a cui possono essere montati che sulla posizione che devono avere rispetto al magnete che devono "sentire".
Esiste poi il fattore "prezzo&complessità" ovvero quanto mi costa complessivamente il singolo sensore "operativo" includendo in questo il costo del sensore vero e proprio, quello dei componenti di contorno, il tempo di realizzazione, test e taratura, ecc.
Tanto per farsi un'idea del "mondo" che c'è li fuori alcuni link di distributori:
http://www.conrad.it/ce/it/overview/023 ... -magnetico
http://www.distrelec.it/it/Automazione/ ... t-DC-58463
http://it.rs-online.com/web/c/semicondu ... etto-hall/
Appare evidente che, a fronte di possibilità, pressochè infinite, occorre "studiare", "scegliere", "progettare", "prototipare" un circuito e relativi componenti ad/hoc ... oppure "cercare", "capire", "realizzare" qualcosa di già fatto da altri.
Credo che quanto sopra sia uno dei motivi che hanno frenato l'uso hobbistico di questi componenti, il reed infatti è molto più facilmente comprensibile ed integrabile all'interno di un circuito.
Ricordo che negli anni 80 la mitica rivista "Nuova Elettronica" (ora cessata) uscì con una serie di articoli divulgativi (e relativi kit) su questi sensori ... con un poco di fortuna e di ingegno sulla rete si possono trovare versioni in PDF di questo materiale che come primo approccio operativo è sicuramente ottimo.
Ultima considerazione: considerata la potenza dei magneti dei motori di certi modelli recenti il problema non è avere sensori, di qualsiasi tipo, molto sensibili (per poterli montare in maniera nascosta sotto il binario ad esempio) quanto di non avere false o inopportune segnalazioni. Visto che le modalità di costruzione dei modelli non sono influenzabili o controllabili dai modellisti è estremamente difficile realizzare dei sensori magnetici generalizzati (che vanno bene in tutte le situazioni): qualunque implementazione sarà legata al tipo di plastico e vincolerà i modelli che vi circolano sopra.
Per questi motivi i "sensori" di posizione che, per i plastici, si sono più affermati (come affidabilità e uniformità di comportamento) sono quelli "a rilevazione di assorbimento" oppure quelli "ottici".
Detto ciò ... direi che, per chi vuole sperimentare con gli hall, è indispensabile uan fase di documentazione e studio sul web ... buona caccia!!