Più su hai detto: " il relè che commuta l'alimentazione toglie anche tensione ad un tratto prima dell'uscita del cappio, così se la commutazione non avviene il treno si ferma e non c'è nessun cortocircuito."
Adesso i relays sono già diventati 3?
cappio di ritorno
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Re: cappio di ritorno
I relè possono essere: 1, 2, 3, (4 nel caso di cappio e blocco automatico bidirezionale), dipende dal risultato che si vuole ottere a riguardo della sicurezza della circolazione e da come è fatta tutta la parte di tracciato che interessa il cappio.
Nelle ferrovie reali è ammesso solo il grado SIL4 ** (salvo tutte le "contorsioni" delle norme che come sappiamo portano a incidenti come quello di Viareggio, punto), in automazione industriale siamo a SIL3 (qualora si riuscisse ad ottenere il SIL4 gli impianti non li usi).
Sul plastico già il SIL3 è impossibile, ma SIL2 si può fare tranquillamente e con semplicità: ed è quello che faccio io.
Giusto per completezza d' informazione.
Nei plastici, come in casa propria si può utilizzare la spina come interruttore, cioè sezionatore sotto carico, in caso di emergenza; nell'industria no, il terziario è un ambiente che dipende di volta in volta.
Appunto per questo, nel modellismo ferroviario, ci sono i dispositivi che leggono il cortocircuito, anche perchè la tensione inferiore a 50V.
Ad ognuno le sue scelte nel privato.
Quando vedrete gli schemi e le loro descrizioni, valuterete le differenze e farete le vostre scelte.
I miei modelli e il mio plastico hanno dei costi in denaro e in tempo: buttarli nel pattume la lascio come estrema scelta.
**
Anche se al momento non è ancora così per tutte le linee.
A differenza delle normative precedenti che indicavano dei modi precisi ed obbligati per ottenere i vari gradi di sicurezza (che poi si visto che non sempre erano utili allo scopo e in alcune situazioni erano peggiorativi), le norme SIL fanno delle considerazione completamente diverse: in rete c'è tutto.
Nelle ferrovie reali è ammesso solo il grado SIL4 ** (salvo tutte le "contorsioni" delle norme che come sappiamo portano a incidenti come quello di Viareggio, punto), in automazione industriale siamo a SIL3 (qualora si riuscisse ad ottenere il SIL4 gli impianti non li usi).
Sul plastico già il SIL3 è impossibile, ma SIL2 si può fare tranquillamente e con semplicità: ed è quello che faccio io.
Giusto per completezza d' informazione.
Nei plastici, come in casa propria si può utilizzare la spina come interruttore, cioè sezionatore sotto carico, in caso di emergenza; nell'industria no, il terziario è un ambiente che dipende di volta in volta.
Appunto per questo, nel modellismo ferroviario, ci sono i dispositivi che leggono il cortocircuito, anche perchè la tensione inferiore a 50V.
Ad ognuno le sue scelte nel privato.
Quando vedrete gli schemi e le loro descrizioni, valuterete le differenze e farete le vostre scelte.
I miei modelli e il mio plastico hanno dei costi in denaro e in tempo: buttarli nel pattume la lascio come estrema scelta.
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Anche se al momento non è ancora così per tutte le linee.
A differenza delle normative precedenti che indicavano dei modi precisi ed obbligati per ottenere i vari gradi di sicurezza (che poi si visto che non sempre erano utili allo scopo e in alcune situazioni erano peggiorativi), le norme SIL fanno delle considerazione completamente diverse: in rete c'è tutto.
Saluti
Marco Fornaciari
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Meglio essere folli per proprio conto, che saggio con le idee degli altri.
F.W. Nietzshe
Marco Fornaciari
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Re: cappio di ritorno
Al di la quindi della non veridicità della frase sull’uso di un relé per fare quanto detto, mi chiedo che senso ha applicare dei requisiti per la riduzione del rischio su un cappio di ritorno di un plastico in H0 dove il rischio è veramente minimo, se non inesistente (al massimo va in corto e c’è la protezione sulla centrale o sul booster che interviene togliendo tensione e la loco o il treno si ferma).
Non siamo in ferrovia dove le tensioni sono ben altre e le dinamiche legate al movimento dei treni, funzioni delle masse in gioco, vanno certamente evitate.
Io preferisco non riempire il plastico con relays, che vanno oltretutto a ridurre l’affidabilità del’intero sistema. Il mio plastico non ha anelli di ritorno, ma se dovessi consigliare un amico gli suggerirei il cassico inversore di LDT, sicuro e affidabile, senza aggiungere nessun altro apparato perché il Safety Integrity Level, a mio parere, su un plastico non aggiunge niente.
Sul mio plastico non c’è nemmeno un relay e funziona tutto da oltre una decina d’anni senza problemi. Poi se a uno piacciono tali sistemi è liberissimo di aggiungerli e di gratificarsi con il loro funzionamento.
Non siamo in ferrovia dove le tensioni sono ben altre e le dinamiche legate al movimento dei treni, funzioni delle masse in gioco, vanno certamente evitate.
Io preferisco non riempire il plastico con relays, che vanno oltretutto a ridurre l’affidabilità del’intero sistema. Il mio plastico non ha anelli di ritorno, ma se dovessi consigliare un amico gli suggerirei il cassico inversore di LDT, sicuro e affidabile, senza aggiungere nessun altro apparato perché il Safety Integrity Level, a mio parere, su un plastico non aggiunge niente.
Sul mio plastico non c’è nemmeno un relay e funziona tutto da oltre una decina d’anni senza problemi. Poi se a uno piacciono tali sistemi è liberissimo di aggiungerli e di gratificarsi con il loro funzionamento.
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Re: cappio di ritorno
Nel privato, da sempre, vengono applicati senza saperlo tanti principi di sicurezza che in ogni caso sono codificati, allo stesso tempo ci si espone a rischi da evitare in assoluto (sciocco esempio l'uso della sedia come scala).
A rigurado delle ragioni qui non è la sede.
Il richiamo alla ferrovie reale è molto semplice: è l'unica forma di modellismo dinamico dove la riproduzione del dinamismo è di fatto uguale al reale; nelle altre forme di modellismo dinamico non è possibile per tante ragioni, in prima istanza le leggi della fisica.
Fleischmann, Maerklin, Rivarossi e Roco (e pure altri), nei tempi pasati hanno "inventato" dei relè appositi (e altri dispositivi) elettromeccanici per automatizzare il plastico in modo semplice e adatto a tutti (o quasi), di fatto oggi i vari hardware e software per modellismo ferroviario hanno copiato, ovviamente hanno aggiunto nel sw diverse cose che al vero come nel modellismo prima si potevano fare solo sulla carta.
Ma con solo tutto elettronico se c'è un problema devi fermare tutto, e questo dalle mie parti non deve succedere.
Che poi sul plastico personale funzioni sempre tutto secondo le proprie aspettative ci sta, ma nei plastici espositivi è vero e dimostrato sempre il contrario: ho sufficiente esperienza per aver mollato la storia già prima del covid.
Sempre nel plastico personale, si è sicuri di ripordurre veramente il funzionamento della ferrovia reale?
Normalmente si simula solo quello che uno spettatore e un viaggiatore credono di avere inteso (anche se appassionati), anche perchè servono conoscenze ben più estese della mera passione per i trenini.
Nei sw modellistici chi comanda è il treno a cui sia associa un itinerario, nel reale è un itinerario che è associato al treno come da orario (e può cambiare al momento durante il percorso): quindi è una cosa totalmente diversa.
A me interessa riprodurre la ferrovia, non il mero trenino che gira sui binari.
E avendo la conoscenza delle varia materie coinvolte mi applico in quella direzione.
A rigurado delle ragioni qui non è la sede.
Il richiamo alla ferrovie reale è molto semplice: è l'unica forma di modellismo dinamico dove la riproduzione del dinamismo è di fatto uguale al reale; nelle altre forme di modellismo dinamico non è possibile per tante ragioni, in prima istanza le leggi della fisica.
Fleischmann, Maerklin, Rivarossi e Roco (e pure altri), nei tempi pasati hanno "inventato" dei relè appositi (e altri dispositivi) elettromeccanici per automatizzare il plastico in modo semplice e adatto a tutti (o quasi), di fatto oggi i vari hardware e software per modellismo ferroviario hanno copiato, ovviamente hanno aggiunto nel sw diverse cose che al vero come nel modellismo prima si potevano fare solo sulla carta.
Ma con solo tutto elettronico se c'è un problema devi fermare tutto, e questo dalle mie parti non deve succedere.
Che poi sul plastico personale funzioni sempre tutto secondo le proprie aspettative ci sta, ma nei plastici espositivi è vero e dimostrato sempre il contrario: ho sufficiente esperienza per aver mollato la storia già prima del covid.
Sempre nel plastico personale, si è sicuri di ripordurre veramente il funzionamento della ferrovia reale?
Normalmente si simula solo quello che uno spettatore e un viaggiatore credono di avere inteso (anche se appassionati), anche perchè servono conoscenze ben più estese della mera passione per i trenini.
Nei sw modellistici chi comanda è il treno a cui sia associa un itinerario, nel reale è un itinerario che è associato al treno come da orario (e può cambiare al momento durante il percorso): quindi è una cosa totalmente diversa.
A me interessa riprodurre la ferrovia, non il mero trenino che gira sui binari.
E avendo la conoscenza delle varia materie coinvolte mi applico in quella direzione.
Saluti
Marco Fornaciari
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Meglio essere folli per proprio conto, che saggio con le idee degli altri.
F.W. Nietzshe
Marco Fornaciari
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