Un azionamento economico: il servocomandodi Francesco Ghedi, Epifanio Raneri (7 gennaio 2008) |
![]() Qui ci occuperemo di come poter applicare questi azionamenti anche nei nostri plastici. |
Incominciamo |
![]() Negli azionamenti elettromagnetici, il movimento, è provocato da due elettromagneti funzionanti in modo antagonista che producono una forza quando alimentati. Il movimento prodotto è alquanto rumoroso e brusco. Per quelli lenti, di solito, il movimento "lento" è generato da un motore e da una vite senza fine. Entrambe le tipologie di motorizzazioni hanno in comune la caratteristica di essere prodotti realizzati appositamente per uso fermodellistico e non proprio economici. In occasione della realizzazione dei moduli del plastico del nostro gruppo CV19, eravamo alla ricerca di una soluzione economica e realistica per muovere i nostri scambi. Scartata a priori l'ipotesi dell'azionamento elettromagnetico si era rivolti verso azionamenti lenti di tipo commerciale. Da una serie di ricerche in rete si è visto che parecchi modellisti stranieri utilizzano servocomandi per azionare i propri scambi. Il servocomando non è altro che un motorino, che tramite una cascata di ingranaggi, fa muovere un alberino di un determinato angolo ad una determinata velocità. L'angolo e la velocità sono regolabili a piacimento in base a determinati impulsi di comando. Importante caratteristica dei servocomandi è il basso costo e la facile reperibilità. |
L'azionamento in DCC |
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![]() Il decoder permette la regolazione dell'angolo di rotazione, ovvero il movimento della traversina mobile necessario a far "scambiare" lo scambio. Inoltre è anche possibile variare la velocità di movimento. |
![]() Alternativamente esiste un economico decoder artigianale di Paco reperibile a questo link in grado di pilotare sino a 4 motori servo. |
I servocomandi nel modulare di CV19. |
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Misato |
![]() Il decoder per poter fare questo richiede l'aggiunta di un circuito elettrico esterno in grado di fornire l'alimentazione a 5V ai servo. |
![]() Differentemente dai motori fermodellistici, i servo, non montano contatti ausiliari da utilizzare per la polarizzazione. |
![]() Scarica il progetto del corpo motore di Ghedi Francesco. |
Borgo Sulserio |
![]() Una volta fissato il corpo motore, è possibile regolare la posizione dell'ago, tramite le viti poste in fondo allo stesso che, se allentate, ne permettono il movimento verticale. L'ago è costituito da acciaio armonico da 0,8 mm. Grazie all'elasticità dello stesso, in caso di erroneo pizzicamento di una o più ruote, tramite aghi dello scambio, il filo flette e non si ha il danneggiamento dello scambio. Questo può accadere ad esempio quando lo scambio che si va a muovere è occupato da un rotabile. Inoltre, in caso di tallonamento, l'ago di acciao armonico permette il movimento degli aghi dello scambio impedendo il deragliamento del rotabile. Le viti di regolazione sono realizzate con "l'anima" di un mammut ripulito dal guscio protettivo di plastica. Questa a sua volta è forata perpendicolarmente con un foro di 1 mm in cui infilare l'ago a sua volta saldato. La saldatura ha il solo scopo di tenere in posizione l'ago di acciaio armonico in quanto, la forza necessaria per il movimento dello scambio, viene applica perpendicolarmente. |
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Considerazioni Finali |
Da quando utilizziamo i servomotori per muovere gli scambi del nostro plastico, nonostante le diverse ore continuative di esercizio nelle diverse occasioni, ad oggi non abbiamo riscontrato problemi di affidabilità. |
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