Sui forum e sulle mailing list a tema fermodellistico, è facile
trovare moltissime discussioni (che a volte sfociano nell'integralismo)
che hanno come tema principale il DCC. In molti interventi compaiono
sempre termini tecnici come CV, centraline, programmazione, retroazione e chi
più ne ha... In questo articolo tralasceremo tutti questi aspetti tecnici
e valuteremo quella che è la domanda ricorrente: "DCC: sì
o no?". Vogliamo quindi una volta per tutte rispondere a questa
domanda, senza preconcetti.
Ma per poter rispondere a questa domanda è necessario prima porsi
un'altra domanda: Cosa voglio fare del mio plastico, una volta terminato?
o meglio: perchè voglio costruire/sto costruendo/ho costruito un plastico?
Per fare tutto ciò su un plastico o plastirama analogico
è necessario prevedere fin dalla fase progettuale, alcuni cosiddetti
sezionamenti che, alimentando separatamente diversi binari elettricamente
isolati tra loro con due o più trasformatori, consentono di controllare
più locomotive contemporaneamente, purchè queste operino entro
i limiti stabiliti inequivocabilmente dai suddetti sezionamenti.
Torniamo alla nostra fumante 460 appena arrivata in stazione e ferma sul binario
di raddoppio; una 880 stazionata a Gualdo Tadino provvederà a separare
dal convoglio i due carri G e a portarli nel piccolo scalo merci della stazione.
(Il binario in rosso indica la parte sezionata)
Quest'ultima quindi potrà essere comandata e raggiungere la coda del treno
dove aggancerà l'ultimo carro per portarsi via tutti i carri in modo
da separare i carri G, che sono invece situati ad inizio convoglio.
Il sezionamento (immaginiamo
che il binario sia sezionato poco dopo lo scambio) permette alla 880 di raggiungere
il gancio dell'ultimo carro e di portare il gruppo di carri verso la zona merci.
Ora, l'esempio in questione è molto semplice e anche in un sistema alimentato
tradizionalmente si può aggirare l'ostacolo prevedendo più di un
sezionamento per ogni binario, ove due locomotive hanno possibilità di operare
l'una indipendentemente dall'altra - ma sempre entro i confini stabiliti dal
sezionamento!
Ma se i binari e le locomotive in gioco fossero più di due? Bisognerebbe progettare
numerosi e adeguati sezionamenti, pur sapendo di non avere mai la totale
libertà di manovra. E a questo punto, ne vale la pena? Forse è
meglio considerare il DCC come qualcosa che venga incontro alle necessità di quella
nicchia di fermodellisti a cui piace effettuare operazioni realistiche.
Inoltre, i vantaggi e le gemme del DCC non finiscono certo qui! Per i più
temerari c'è la possibilità di programmare le impostazioni
di ogni singolo decoder a piacimento. Questo renderà il movimento delle
locomotive più aderente alla realtà. Si è mai vista una 214
viaggiare alla velocità di una E402A? Con il DCC è possibile
regolare la velocità massima di una locomotiva, e anche se con la
manopola si dà "tutto gas", la loco non andrà
più veloce della sua impostazione.
È altresì interessante la possibilità di programmare
le curve di accelerazione e decelerazione: se si gira di scatto la
manopola al massimo, la locomotiva seguirà sempre le impostazioni
programmate e accelererà (o decelererà) gradualmente.
Altra caratteristica interessante del DCC è quella dell'illuminazione
costante. Dal momento che la tensione sui binari è sempre presente (e
costante), i convogli passeggeri provvisti di illuminazione interna rimarranno
sempre accesi, anche a treno fermo in stazione!
Altrettanto si può dire delle locomotive, i cui fari sono oltretutto
comandati da una funzione digitale disinseribile. È quindi possibile
avere la locomotiva in movimento o ferma con i fari accesi a
intensità costante, ma è anche possibile spegnerli in qualsiasi
momento!
I produttori di accessori digitali hanno reso disponibili dei dispositivi
quali il generatore di fumo per locomotive a vapore e diesel: questa
funzione si comporta allo stesso modo delle luci, quindi si ha la
possibilità di attivare il fumo in qualsiasi momento, indipendentemente
dalla velocità della locomotiva.
Ultimamente invece sta prendendo piede il dispositivo sonoro. Le locomotive
possono essere fornite di decoder sonoro e di un piccolo altoparlante che
riproduce i suoi tipici di una locomotiva. Addirittura si può
scegliere tra locomotive a vapore o diesel (il rumore cambia, eccome!).
Alcuni produttori forniscono suoni per diversi tipi di locomotive, ma
la vera novità sta nel poter "campionare", ovvero
registrare e convertire in formato digitale, qualsiasi suono ed inserirlo
via software nel decoder sonoro. In questo modo le possibilità
di dare "voce" alle locomotive sono praticamente infinite: potrei campionare
i vari suoni di una E636 vera ed inserirli nel mio modello in scala!
Inutile precisare che il suono è dipendente dalla marcia della locomotiva:
se la loco è ferma, si udirà soltanto il suono del motore acceso (nel
caso di una loco diesel), oppure qualche sbuffo (loco a vapore); durante la marcia
il suono si adatterà alla velocità variando la propria frequenza
e dando l'idea del movimento.
A tutto questo va aggiunta la possibilità di far emettere alla locomotiva
suoni quali tromba e/o fischio.
E se si possiede un plastico sufficientemente grande, dove è possibile
seguire i convogli camminadovi attorno, è sufficiente avere un comando
palmare (magari wireless) e divertirsi con manovre, fumi e suoni!
Insomma, le possibilità offerte dal DCC sono numerose e di grande
appetibilità! Certo, la spesa inziale per convertire il proprio sistema
analogico in uno digitale potrebbe spaventare. Spesso si leggono interventi
tipo "Io possiedo più di 50 locomotive, e con €30 a decoder
dovrei fare un mutuo!". È vero, ma è anche vero che non
è necessario digitalizzarle tutte in una sera. Si comincia dalle
preferite e con il tempo si completa il parco macchine. Spesso chi fa
obiezioni sul prezzo del DCC possiede qualche costosa locomotiva in
ottone, pagata l'equivalente di 50 decoder!
Spesso l'investimento inziale è ripagato da sessioni operative
molto più divertenti alle quali possono partecipare amici fermodellisti, ognuno
dei quali avrà a disposizione il proprio comando palmare e con il quale
comanderà la sua locomotiva.
Niente di meglio che partecipare ad una sessione operativa digitale (magari a casa di qualche amico già "convertito") per rendersi conto in prima persona della differenza e dei vantaggi che il DCC offre ai modellisti ferroviari.
Provare per credere :)
Articolo realizzato da Denny Turani
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