Se vuoi approfondire sull'automazione di ogni tipo, quando vuoi ... ma, senza presunzione, io non rispondo delle conseguenze.
Se cominciamo con discorsi così completi e articolati non la chiudiamo più e rischiamo di complicare inutilmente cose che prese singolarmente sono semplici, ma poi disorientiamo e spaventiamo i nuovi arrivati; certo dire che con l'elttronica si fa tutto è eccessivo quando non da coglioni: un PC non potra mai far girare nel palato del cinghiale con un sorso di Sassicaia!
Allora il manuale originale di TC me lo sono sfogliato, non letto perchè non è di mio interesse, ma emerge subito che all'atto pratico non ha nulla di diverso dai programmatori/configuratori delle moderne apparecchiature utilizzate in automazione industriale e ferroviaria, se vogliamo essere precisi in un unico oggetto coesistono (ma ci sono anche a livello industriale, e pure ferroviario reale) la parte logica e la parte di supervisione.
La parte logica è quella che in parte si crea editando logica attraverco linguaggi tipo il C (oggi definiti ST nell'industria) (chiamati codice o script dagli informatici) e compilando tabelle per le funzioni (blocchi funzione) preconfezionate e di uso più comune (routine o DLL in informatica), es. PID, temporizzatori multipli, controllo assi, comunicazine seriale, calcoli matematici specifici, ecc..
La parte di supervisione è quella che qui chiamiamo "sinottico", in realtà è qualcosa di più articolato e complesso, dove per animare le schermate si iseriscono oggetti da una libreria (o si creano appositamente) e attraverso le singole tabelle associate si configura il loro modo di funzionare, cioè animarsi: ogni pezzo di binario, scambio, segnale, ecc. è un oggetto fine e se stesso, che inserito nel contesto dell'impianto, qui del plastico, ha un suo senso logico e funzionale, va da se che ottere l'obiettivo finale bisogna far dialogare la parte di pura logica con la parte di visulaizzazione a schermo.
E senza ingressi e uscite, qui decoder di feedback o comando scambi/segnali, TC e fratelli non servono a nulla; quello che qui è la parte di comando delle locomotive, nell'industria è il comando di un motore, magari tramite un inverter o azionamento brushless.
Un plastico lo si può considerare come un insieme di macchine confezionatrici (stazione di partenza) che inviano su dei nastri trasportatori dei pacchi a dei pallettizatori (stazione di arrivo) passando per i vari incroci e consimili, e che magari devono portarsi apresso un codice identificativo univoco per ogni pacco, codice che deve essere visualizzato e sul sinottico e rigistrato in un log per futuro controllo (mi divertivo un mondo a farli ... ma anche mi "scocciavo" perchè il DB fatto dall'informatico non funzionava e mi tocava aspettare i suoi comodi, perchè gli informatici raramente mettono piede in cantiere visto che un DB è sempre un DB (devi spesso almeno non firmare il rapporto d'interveno o/e consegna)).
Questa roba in ferrovia si fa da decenni, anche in presenza di comandi e controlli puramente elettromeccanici.
Però mi preme ribadire una cosa, un progettista o/e sviluppatore di sistemi d'automazione oggi deve conoscere anche l'informatica e la matematica, chi fa programmi informatici non ha manco bisogno della matematica: infatti il bravo programmatore d'automazione risolve i problemi in tre righe, l'informatico spesso manco in tre pagine di codice (e lo vediamo ogni giorno sui siti che non funzionano a dovere).
Se si entra nella programmazione di Data Base e consimili, vedi SqL o Oracle non è il mio mestiere, ma se ci si ferma alle parti di logica, tante volte ho corretto quando non rifatto parti in C a informatici coinvolti nello stesso impianto (i VB o il Visual C, per non parlare di Visual Studio non li sopporto, anche se mi toccavano, son già bacati e inutilmente complicati di loro: tante volte i centri assitenza hanno preso tempo indefinito perchè non sanno rispondere).
Come ho già scritto, e se volessi automatizzare il mio plastico, di TC e consimili non so cosa farmene ... anche perchè altri sistemi mi costerebbero ben parecchio meno quando non quasi zero, tolto il mio lavoro che in ogni caso c'è.